Nel bianco e nero di una vecchia foto sbiadita, l’immagine di un uomo racconta la storia del nostro corpo musicale, una storia iniziata ben due secoli fa, una storia che tutt’oggi si sta ancora scrivendo…una storia che noi stessi <<che oggi facciamo parte di questa banda>> possiamo solo leggere nelle pagine di un piccolo opuscolo realizzato quindici anni fa. E’ da questo che trarremo la nostra ispirazione per raccontarvi di quegli anni che non abbiamo vissuto, con la speranza di non annoiarvi troppo. Insomma, chiediamo scusa, forse la storia sarà un po’ lunga ma… sapete com’è… è la storia del nostro paese, dei nostri nonni; è forse un po’ la nostra storia ed abbiamo una gran voglia di raccontarvela. |
CORRE L’ANNO 1863…
Jerago conta 790 abitanti, uno dei quali è Giovanni Bardellini, Un giovane che come tutti i suoi coetanei, raggiunta la maggiore età, parte per il militare. Nell’esercito Giovanni non impara a suonare soltanto la musica metallica delle armi, ma anche quella di un bombardino, o meglio, del bombardino della banda dell’Esercito Regio. Dodici mesi trascorrono veloci e il giovane lascia l’esercito ma soprattutto il suo bombardino. Il paese in cui ritorna, quello in cui ha trascorso tutta la sua vita, lo accoglie col suo silenzio, un silenzio che fa male al cuore del musicista che sente sempre più forte la nostalgia per la musica. Tutto ciò non riesca ad abbattere Giovanni che, forte della sua tenacia e di quello che è diventato il sogno della sua vita, decide che anche Jerago presto avrebbe avuto la sua banda. Così è stato. La vita della nostra banda è cominciata la sera di un giorno di festa, quando i “musici” jeraghesi, Giovanni Bardellini e Ambrogio Macchi, si sono ritrovati, un po’ per caso, un po’ forse per volere del fato, a bere insieme un buon bicchiere di vino. |
I PRIMI ANNI
Sono gli anni di Giuseppe Verdi e delle musiche religiose che accompagnano le processioni. I centesimi per acquistare le partiture sono davvero pochi e i musicisti, per riuscire a creare un proprio discreto repertorio, chiedono in prestito ad altri alcune partiture che avrebbero poi provveduto a copiare, armati di carta e calamaio.
Il Bardellini parte per l’America, alla guida del gruppo succedono Macchi Ambrogio e il M.o Romanò. Sono in molti tra i paesi vicini a volere la nostra banda, che comincia così a girare, un po’ di qua e un po’ di là. I servizi vengono ripagati a volte con qualche lira e a volte con qualche bicchiere di buon vino che i nostri musicanti mostrano di apprezzare quanto la carta moneta.
1894
E’ un anno di intensa attività, soprattutto quando l’allora cardinale Ferrari viene in visita alla zona. La banda lo accompagna nei suoi spostamenti da un luogo all’altro: lo salutano con la musica quando sta lasciando un paese e corrono al successivo per accoglierlo festosamente.
1912
E’ l’anno della ribalta. Il corpo musicale guidato dal maestro Bracco, partecipa a un concorso per bande a Rho e si piazza al terzo posto, appena dietro al gruppo di Busto Arsizio, anch’esso guidato dallo stesso Bracco. Ne nasce una dura polemica, il maestro viene accusato da tutti i jeraghesi di aver favorito Busto e per questo è costretto ad andarsene. La sede nel frattempo è cambiata, la banda si insedia presso l’attuale cooperativa. E’ qui, ahinoi, che comincia un’alquanto singolare tradizione che vuole tutti i musicanti buoni bevitori, di quello d’uva naturalmente! |
1915 – ‘18
Sono anni tristi. Qualcuno è partito per la guerra e forse non tornerà più. Le note sono ora tristi, la musica è in sintonia con il cuore della gente e le sue melodie raccontano del dolore, della fame, delle speranze che sembrano perdute. Nemmeno la guerra, comunque, ferma i nostri musicanti…la banda continua ad esistere.
A NAPOLI….
E’ il 1936, alcuni dei musicanti vengono mandati a Napoli, al convegno degli alpini, quali rappresentanti del gallaratese. Al ritorno dal viaggio i prescelti hanno raccontato di essere arrivati a Napoli quando questa ancora dormiva e di aver dovuto attendere ore prima di poter bere un “cappuccino”, o meglio, un buon grappino in un bar. Hanno raccontato poi di aver dormito in una scuola, di aver suonato, il giorno seguente, insieme alle altre bande, nonostante la stanchezza causata dal giro turistico e dalla nottata trascorsa in qualche bar, per brindare all’avventura. I nostri prescelti, ovviamente, non hanno perso l’occasione per rubare qualche cuore. Ad alcune belle napoletane hanno addirittura suonato la serenata, prima che il treno del ritorno li riportasse a casa.
….A FIRENZE
Nel ’37 un altro raduno di alpini vuole che alcuni dei musicanti si rechino a Firenze. Non si sa bene se nei tre giorni che rimasero nella città di Dante, questi si siano impegnati maggiormente a vedere opere d’arte o ad assaporare i vini toscani, tutti giudicati buonissimi, per carità, ma tutti così diversi, da meritare per ciascuno un’attenzione particolare.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Sono gli anni delle camicie nere. La banda è in contrasto con la sezione locale del partito fascista che vorrebbe rendere il gruppo uno strumento di propaganda modificandone l’intero statuto. Questo scompare, ma una cosa rimane salva: la libertà e l’indipendenza di un corpo musicale che ha sempre lavorato senza farsi strumentalizzare da alcuno. Stavolta la guerra rallenta le attività dei nostri musicisti, che comunque, anche in questo caso, non mollano e continuano a resistere, insieme. |
1978
Perdonate ora questo salto temporale. La guerra è ormai un ricordo, il corpo musicale ha festeggiato da ben quindici anni il suo secolo di vita. E’ un anno per noi significativo, perché segna l’arrivo, come direttore e maestro, del Prof. Silvano Scaltritti, che ancora oggi guida la nostra banda nella sua attività concertistica. |
120° ANNO DI FONDAZIONE
Il 18 e il 19.06.1983 sono giorni di festa. Si celebra un anniversario importante, il 120°:Jerago è animata dalla musica, da ogni via spunta una banda diversa. Sono 11 quelle che partecipano al raduno e sono oltre 400 i musicanti che il Prof. Scaltritti dirige nell’esecuzione della marcia “120 anni marciando”, da lui stesso composta. Il Sig. Alabardi, l’allora presentatore della manifestazione, ha commentato l’evento dicendo che nemmeno la RAI poteva contare un’orchestra di quelle dimensioni.
1987
E’ un altro anno significativo per la banda. E’ l’anno della nomina a presidente dell’allora giovanissimo Mauro Longhi, che ancora oggi, oltre a portare avanti la sua attività di musicante, mantiene la presidenza del nostro gruppo. Il nuovo presidente non perde tempo. Giovane e pieno di iniziative, si mette subito al lavoreo, dimostrando di possedere ottime capacità organizzative. Le sue idee e il suo costante impegno incrementano l’impegno e l’entusiasmo di tutti e (ve lo assicuriamo), anche oggi è così.
ANNI ‘80
Il 1988 è l’anno dei festeggiamenti per il 125° anniversario di attività. Accolto e raccolto l’augurio del paese, l’attività del corpo musicale prosegue. Si arriva così al 130°, un ennesimo grande festeggiamento. Adesso si deve puntare a un nuovo traguardo, il 135°. Ci arriveremo? Ed ora a noi. Si è girata l’ultima pagina del piccolo libro da cui abbiamo preso spunto per raccontarvi questa storia. Ora è il turno dei nostri ricordi, da ora in poi racconteremo ciò che i nostri occhi hanno visto e le nostre orecchie udito. E’ il momento del presente. E scusate ancora se vi riannoieremo, ma sapete com’è…questa è la nostra storia. |
LA NS STORIA: GLI ANNI ’90 E L’ALBA DI UN NUOVO MILLENNIO
Negli anni ’90 il corso di musica si anima, un gruppo di giovani comincia la sua avventura nel mondo della musica. Il corpo musicale è gradualmente investito da una ventata di giovinezza, l’età media dei componenti si abbassa, l’atmosfera è sempre più allegra, un po’ perché i nuovi arrivati sfogano tutta la loro giovane esuberanza e un po’ perché, come in origine, la passione per il buon vino è rimasta…un buon bicchiere dopo ogni prova e concerto non manca mai! 1998, un altro traguardo è raggiunto, un’altra grande festa organizzata.
E’ il 135°! Alla festa partecipano gli altri corpi musicali della zona, per l’occasione il Prof. Scaltritti ha composto e diretto “Happy J”, marcetta brillante eseguita poi da tutti i musicanti. Alle ore 21 il campo da calcio dell’oratorio è stato teatro del grande concerto di chiusura dei festeggiamenti. Un concerto che rimarrà per sempre vivo nella nostra memoria e in caso di dimenticanze, ci sarà sufficiente inserire nel lettore il CD che è stato registrato per l’occasione. In quella serata il repertorio ha spaziato su ogni genere. Ricordiamo: di Verdi “Oberto conte di S. Bonifacio” (come per il 120°); di Corner “My heart will go on” (è l’anno del film Titanic); di Hanna, Barbera, Curtin “(Meet) the Flinstones” ( per la gioia dei più piccoli e di Gibson, Bottche, Yary, un travolgente “Bolgie-party”. Archiviati i festeggiamenti le attività proseguono.
Da una stretta collaborazione con il corpo musicale “la Concordia” di Crenna e la “Filarmonica” di Samarate, entrambe dirette dal Prof. Scaltritti, si è arrivati a quello che si è chiamato “il concerto dei 100”, la cui emozione più forte è arrivata dall’esecuzione di alcuni temi tratti dalla “Sinfonia n°5” di L. van Beethoven. Ma la musica, si sa, è fatta anche di canto, così da qualche anno, ad arricchire le performance della “S. Cecilia” di Jerago, è arrivato il tenore Antonio Pugliano. La Santa Cecilia ha visto morire l’800, sorgere e morire il ‘900 e ora l’alba di un nuovo millennio. Non ci è dato sapere ciò che ci riserva il futuro…l’unica cosa certa è che il vivaio della scuola di musica pullula di nuovi aspiranti bandisti o banditi, come più vi piace. Sono quasi tutti fratelli, figli o cugini dei componenti, ma per la “S. Cecilia” sono simbolo di continuità.